rosone leccese
pasticciotto leccese
Santo Oronzo Lecce

Scopri il Salento

La Puglia è una regione tra le più belle d’Italia. Il Salento è la parte meridionale della Puglia.
Sono davvero molte le località che si dovrebbero visitare se ci si trova nel Salento. Noi qui ve ne segnaliamo soltanto alcune. Una ricerca online vi aiuterà senz’altro a trovarne molte altre.

S.M. di Leuca e Ponte Ciolo

Santa Maria di Leuca, spesso scritta semplicemente Leuca (greco: Λευκά, da Leukos, “bianco”), si trova nella penisola salentina. Santa Maria di Leuca è famosa per il suo iconico faro. È il secondo faro più importante d’Italia, dopo quello di Genova. Accanto al faro si trova il grande Santuario, o Basilica, De Finibus Terrae (“Fine della Terra”, 1720-1755), costruito per commemorare il passaggio di San Pietro qui durante il suo viaggio in Italia. È dedicato a Santa Maria (da cui il paese prende il nome Santa Maria di Leuca). Si trova sull’antico sito di un tempio greco dedicato ad Atena.
Il promontorio di Punta Meliso (l’antico Promontorium lapygium o Sallentinum) è l’estremità sud-orientale dell’Italia, tradizionalmente considerato il punto più basso del “tacco” geografico della penisola italiana, nonché punto d’incontro delle acque del Mar Adriatico e del Mar Ionio . Ma Leuca è una baia quindi c’è un altro promontorio chiamato Punta Ristola che sfida questa particolarità geografica.
Il litorale di Santa Maria di Leuca è caratterizzato da numerose grotte con iscrizioni latine e greche. Famose sono anche le ville patrizie ottocentesche. Non lontano da Punta Ristola, a ca. A 85 m di profondità, giace il relitto del sommergibile italiano Pietro Micca, affondato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Resti preistorici sono stati rinvenuti in alcune delle circa 66 grotte della costa di Leuca, come Grotta Porcinara e Grotta del Diavolo. Secondo gli storici il paese prende il nome da “Leucasia”, una bellissima sirena bianca (dal greco antico λευκός = bianco, splendente) che conquistò marinai e contadini con la sua voce incantevole. Nel 1992, lo scrittore e poeta salentino Carlo Stasi creò un racconto (erroneamente creduto ad una leggenda) sulla sirena Leucasia immaginando che si fosse innamorato di un bel messapico, il pastore Melìsso, che la respinse perché innamorato della bella Arìstula. La sirena si vendicò travolgendo i due amanti con le onde scatenate dalle sue due code ed i loro corpi furono pietrificati dalla dea Minerva nei due punti che oggi si chiamano Punta Rìstola, dal nome di Aristula, e Punta Mèliso, da Melisso. Persa la voce, Leucasia si suicidò e le sue ossa pietrificate sarebbero state le bianche scogliere di Leuca.

Il Ciolo è una stretta insenatura costiera e sito di interesse storico e ambientale. La località è conosciuta anche come sito geologico e per la presenza di numerose grotte marine, la più grande è la Grotta del Ciolo. Il nome Ciolo deriva dal sostantivo in dialetto salentino “ciole”, che si riferisce ai corvi o alle gazze, molto diffusi in questa regione. Ciolo è dominato dal Ponte Ciolo, un ponte stradale costruito negli anni ’60. Nel canyon del Ciolo sono presenti diverse grotte marine formatesi durante il Neolitico e il Paleolitico. In totale questa zona comprende tre diverse grotte principali: la Grotta Grande del Ciolo, la Grotta Piccola Del Ciolo e la Grotta Delle Prazziche.

La Grotta Piccola Del Ciolo, detta anche “Grotta della foca monaca”, è una grotta semisommersa situata nell’omonima cala. Il suo ingresso è situato sul lato ovest del canyon (verso il mare) ed è posto su una frattura leggermente allargata dall’acqua. La Grotta Grande Del Ciolo è conosciuta anche con nomi diversi, come Grotta degli Spiriti, Grotta dei Passeri e Bocca del Pozzo. La grotta è semisommersa ed è caratterizzata da un ampio ingresso, risultato di un antico fenomeno di crollo che ha parzialmente occluso una porzione del substrato archeologico della grotta, a circa 20 metri sopra il livello del mare, lasciando esposta al mare la restante porzione erosione provocata dal costante afflusso e poi deflusso dell’acqua e delle onde. La Grotta Delle Prazziche è una delle principali grotte del Ciolo, ed è raggiungibile in barca. La struttura della grotta è circolare, e nella parte superiore è presente un sifone verticale verso l’aria aperta. Al suo interno sono stati effettuati numerosi studi e sono stati rinvenuti alcuni resti preistorici, tra cui manufatti appartenenti al Neolitico, ceramiche e resti di rinoceronti.

Otranto, Grotta della Poesia e Faraglioni

Otranto è una città costiera, in provincia di Lecce (Puglia, Italia) sulla costa orientale della penisola salentina ed è membro de “I Borghi più belli d’Italia” (“I Borghi più belli d’Italia”) . Il Canale d’Otranto, a cui la città dà il nome, collega il Mar Adriatico con il Mar Ionio e separa l’Italia dall’Albania. Il faro della Palascìa, a circa 5 chilometri (3 miglia) a sud-est di Otranto, segna il punto più orientale del continente italiano. Otranto occupa il sito dell’antica città greca della Magna Grecia Hydrus (in greco: Ὑδροῦς) o Hydruntum (in latino). Otranto era una città di origine messapica (illirica), che nelle guerre di Pirro e di Annibale si schierò contro Roma. Fu soggetta al dominio bizantino e successivamente conquistata dagli Ottomani e, in epoca moderna, fu teatro di alcune battaglie durante le due Guerre Mondiali. Le principali attrazioni di Otranto includono, tra gli altri, il Castello Aragonese, la Cattedrale (dove sono conservate le ossa e le reliquie dei martiri di Otranto, morti nell’assedio del XV secolo), la chiesa di San Pietro, con affreschi bizantini , le catacombe di Torre Pinta.

La Grotta della Poesia si trova nel villaggio di Roca Vecchia sulla costa adriatica tra le città di Lecce e Otranto. È una delle formazioni rocciose naturali più conosciute all’interno del sito archeologico ed è una piscina naturale riconosciuta come una delle piscine naturali più belle del mondo. Accanto ad esso si trovano i ruderi delle mura del Castello, la torre di avvistamento costruita nel XVI secolo e il Luogo Sacro dedicato alla Madonna della Roca. La grotta ha forma ellittica e, rispetto alla grotta più piccola che dista pochi km da quella più grande, dà a tutti la possibilità di fare un bel bagno dopo aver fatto un gigantesco tuffo di 5 metri.
Il nome trae origine da una leggenda che narra la storia di una principessa a cui piaceva bagnarsi nelle acque della Grotta della Poesia. A sua volta, la bella principessa è diventata la musa ispiratrice di innumerevoli poeti della penisola salentina. Più realisticamente, il nome della grotta trae origine dal fatto che in greco “Posia” è una sorgente d’acqua che probabilmente ha dato il nome a questo sito. Molto probabilmente le grotte venivano utilizzate per scopi religiosi. Sul muro sono presenti iscrizioni messapiche che hanno contribuito a decifrare lo scopo originario delle grotte. Da queste iscrizioni risulta molto chiaro che erano dedicate al culto del dio Taotor, divinità messapica.

I Faraglioni di Sant’Andrea si trovano poco più a valle della Spiaggia delle Due Sorelle di Torre dell’Orso e della Grotta della Poesia, più precisamente in una frazione del comune di Melendugno: a 14 chilometri da Otranto sulla litoranea. Questa meraviglia, in Puglia, si può vedere solo sulla costa orientale, perché la costa occidentale, bagnata dal Mar Ionio, è molto meno frastagliata e rocciosa.

Altri luoghi consigliati da visitare sono La Baia dei Turchi, Castro e Santa Cesarea Terme.

Cala dell'Acquaviva, Punta Prosciutto, Grotta Romanelli

La Cala dell’Acquaviva è una spettacolare caletta situata nel Salento e caratterizzata da acqua dolce e natura selvaggia. Un luogo magico che, nonostante il suo fascino squisitamente selvaggio, mette a disposizione del viaggiatore anche alcuni servizi, tra cui un piccolo parcheggio e un bar con terrazza affacciata sulla caletta (https://www.anamterrace.com/ ). La caletta è straordinaria, accogliente e caratterizzata da alcuni tratti con acque molto fredde, che la rendono ideale per sfuggire alla calura estiva. Il motivo per cui la temperatura dell’acqua è così fresca risiede nel fatto che Cala Acquaviva è alimentata dalle sorgenti da cui prende il nome. La trasparenza, la condizione termica e il fondale roccioso dipendono dal continuo afflusso dell’acqua gelida che qui si riversa in mare. Un vero e proprio fiordo salentino lungo poco più di dieci metri e all’interno del quale trovano spazio vegetazione locale e anche rocce ripide. Tutto è tanto selvaggio quanto intimo. Cala dell’Acquaviva è facilmente raggiungibile poiché si trova tra Castro e Marina di Marittima, sulla costa orientale del Salento.

Punta Prosciutto è una località balneare che fa parte del comune di Porto Cesareo ed estrema parte nordoccidentale della provincia di Lecce, nel Salento. La spiaggia di Punta Prosciutto si trova nella località omonima, non lontano da San Pietro in Bevagna e Porto Cesareo, dai colori caraibici e da una natura rigogliosa e selvaggia. La particolarità del mare sta nel fatto che il fondale basso viene recuperato dopo pochi metri. Le spiagge di sabbia bianca si estendono per diversi chilometri, e alle loro spalle si estendono dune secolari ricoperte dalla tipica vegetazione mediterranea salentina. Il tratto di Punta Prosciutto è delimitato a nord da Torre Colimena e a sud da Riva degli Angeli, circoscritto da una fitta linea di macchia mediterranea secolare. Il sollevamento del fondale marino ha generato una zona umida che ha prodotto un habitat particolare per l’insediamento di una flora e di una fauna particolare.

La grotta Romanelli è una delle grotte naturali costiere salentine, vicino a Castro. Grotta Romanelli, accessibile dal mare (l’ingresso al cui interno e’ tuttavia vietato) è molto importante nella storia degli studi preistorici perché con la sua scoperta fu definitivamente accertata la presenza del Paleolitico superiore in Italia a lungo negata dagli studiosi. Ulteriori studi hanno rilevato come il sito sia stato frequentato a partire da 350 000, ad un periodo antecedente alla comparsa dei Neanderthal. Le prime esplorazioni risalgono al 1900 ad opera di Paolo Emilio Stasi (trisavolo di Teresa!), coadiuvato da altre figure di eruditi e naturalisti locali. La grotta ebbe due momenti di frequentazione: uno nel Paleolitico medio (Musteriano) e l’altro nel Paleolitico superiore (Romanelliano). Nelle “terre rosse” di grotta Romanelli furono rinvenuti strumenti di pietra (raschiatoi) attribuibili al Musteriano. Con il termine “Musteriano” si intende la cultura che nel Paleolitico medio (120.000-40.000 anni fa) si diffonde in tutta Europa. Autore ne è l’uomo di Neanderthal, che si estingue all’inizio del Paleolitico superiore, lasciando il posto all’uomo anatomicamente moderno. Nelle “terre brune” furono rinvenuti strumenti litici, ossei e pietre incise attribuibili al Romanelliano, che è un aspetto del Paleolitico superiore finale italiano (circa 10.000 anni fa). Con il Paleolitico superiore (40/35.000-10.000 anni fa) nascono le prime manifestazioni artistiche eseguite dall’uomo moderno su oggetti o pareti di grotte. Grotta Romanelli ha restituito pietre incise con una grande varietà di motivi, cronologicamente parallele all’industria Romanelliana.